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Paola Pittalis

Hanno voce i silenzi per l'anima che muta ascolta

Cenni biografici
Paola Pittalis nasce a Usini, un paesino della Sardegna. Sposata e madre di 3 figli, la sua vita viene travolta da un gravissimo lutto che la segnerà per sempre, quando il suo primo figlio Paolo muore per un tumore cerebrale ... (continua)


La sua poesia preferita:
Ho provato a guardare dentro ai tuoi occhi
Ho provato a guardare
dentro ai tuoi occhi,
ho provato a guardare
coi tuoi occhi,
ho visto colori sbiaditi
dalla finestra
e foglie che volavano
senza meta.
Mi sono sentita ingessata
come te
in un corpo scarno
ormai estraneo
colmo di buchi e...  leggi...

Nell'albo d'oro:
Lo stesso vestito
Cara amica mia
l’ho sentito il tuo dolore
trapassarmi il fianco
e fermarsi nello stomaco
come una lancia...  leggi...

Se un giorno
Se un giorno
io non sarò più io e la mia mente
vagherà assente, senza più emozioni
né ricordi nella memoria da raccontare,

se un giorno
i miei occhi guarderanno senza vedere
chi ho amato
e tutto mi parrà estraneo,

se un giorno
le mie parole...  leggi...

Inseguo ancora le tue orme
I tuoi piedini nudi
di corsa sulla sabbia
a chi prima si fa il bagno,
io ti rincorrevo
e tu ridevi,
e allora alti gli spruzzi
e le tue grida di gioia
arrivavano fino al cielo
fino a toccare il sole.
Non bagnarmi che l’acqua è fredda,
poi mi...  leggi...

Le tue rughe
Quanto mi sono care
le tue rughe:
quella a lato degli occhi
ad addolcire il tuo sguardo,
quella che ti segna
aggrottando...  leggi...

Di te rimane
Non ho più lacrime da versare
in questo tempo, che lento
scandisce le ore,
né ricordi da custodire
nella...  leggi...

Perduti
Erano i silenzi
a parlare,
e gli sguardi
velati di desiderio
a dire quelle parole
cucite sulle labbra.
Erano le...  leggi...

Ti aspetto
Se mi cercherai
io sarò lì
come ogni sera
ad aspettarti,
e non importa
quanto tempo è passato
io...  leggi...

Ho dormito con te stanotte
Ho dormito con te
stanotte
avvinghiata fra le tue braccia
riscaldandomi col tuo calore.
Ho appoggiato la mia testa
sul...  leggi...

Ceneri
Rimangono per terra
eppure il vento
non riesce a portarle via,
son le ceneri dei grandi amori
che mai si...  leggi...

Paola Pittalis
 Le sue poesie

La sua poesia preferita:
 
Ho provato a guardare dentro ai tuoi occhi (20/11/2014)

La prima poesia pubblicata:
 
Ceneri (16/07/2012)

L'ultima poesia pubblicata:
 
Dammi il tuo dolore (26/04/2023)

Paola Pittalis vi consiglia:
 Ti cerco (26/02/2013)
 Nel mio sogno (26/11/2012)
 Come fossili (21/06/2014)
 Lo stesso vestito (17/07/2014)
 Ho provato a guardare dentro ai tuoi occhi (20/11/2014)

La poesia più letta:
 
Ho dormito con te stanotte (06/08/2012, 16390 letture)

Paola Pittalis ha 9 poesie nell'Albo d'oro.

Leggi la biografia di Paola Pittalis!

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Io e mio figlio gioia e dolore( fine)

Biografie e Diari

Dopo tre cicli di chemio, a fine Luglio fece il primo trapianto di midollo autologo, lo misero in una stanza sterile, potevo entrare solo io con un camice bianco sterile e la mascherina, rimasi giorno e notte con lui, uscivo solo per prendere una boccata d'aria e piangere in silenzio lontano dagli occhi della gente e soprattutto da Paolo, le ore non passavano mai, lo aiutavo anche ad andare in bagno.

Soffriva tutta quella solitudine, doversene stare a letto indebolito dal trattamento, non vedeva l'ora che tutto finisse per poter tornare a casa, dai suoi amici, dalla sua Debora. Non faceva che parlarmi di lei, di quando sarebbe tornato a casa per stare con lei... voleva andare al mare...

Il mio cuore è lacerato, a brandelli, mi sento soffocare da tanto dolore, quello che fa più male è che ci sentiamo impotenti, come posso aiutarlo, dargli conforto se non posso dargli quello che più conta ora... la salute!

Poter vivere ancora spensierato, felice senza problemi.

A fine Agosto fece il secondo trapianto, e finalmente il giorno di Santa Maria, festa patronale del paese, tornammo a casa.

Lui con tanta forza, la sera stessa malgrado fosse stanco dal trattamento e dal viaggio volle andare alla festa, io ero preoccupata perché le sue difese erano ancora molto basse, ma come potevo dirgli di no?

come facevo a dirgli che doveva stare a casa ancora per potersi riprendere, lui con i suoi 19 anni, con tanta voglia di vivere... voleva prendersi dalla vita tutto ciò che poteva finche la vita stessa glielo avesse permesso.

Si divertì molto malgrado la stanchezza che accusava, e quando tornò a casa si addormento di colpo.

Sembrava stesse riprendendosi dal trapianto, ma iniziò ad avere problemi ai polmoni, si prese un pneumotorace, respirava a fatica, per pochi giorni venne ricoverato nel reparto di pneumologia a Sassari, io stavo sempre con lui, gli diedero una stanza singola dove anche io potevo dormire accanto al suo letto, lui molto triste mi diceva... ma perché succede tutto a me?

Paolo e Debora

Ma, mi raccomando, deve venire Debora a trovarmi, quando arriva tu rimani fuori, se viene qualcuno a trovarmi tu non farli entrare, lei è timida e si vergogna, ma io capivo tu volevi stare da solo con lei, volevi averla tutta per te, i tuoi occhi si illuminavano quando la vedevi, non facevi che parlarmi di lei; ti aiutavo a lavarti, profumarti...

Non dimenticherò mai quel giorno, lei doveva arrivare, eri già tutto bello in attesa ma ti agitasti e vomitasti dappertutto, mi guardasti con occhi tristi, non volevi lei ti trovasse così, io ti dissi... non preoccuparti, e di corsa chiamai le infermiere per darmi una mano e in pochi minuti la tua stanza fu di nuovo in ordine e profumata, e quando lei arrivò ti si illuminò il viso, mi guardavi grato per essere riuscita in così poco tempo a rendere la stanza tutta in ordine, volevi fosse tutto perfetto, lei sedeva accanto al tuo letto, ti teneva le mani.

Tu la adoravi, non facevi che parlarmi di lei, dei tuoi sogni, di quando saresti stato bene di salute, volevi portarla al mare, eri orgoglioso di lei, eri innamorato

Arrivammo a dicembre tra alti e bassi, Le giornate erano fredde, le vie tutte luccicanti iniziavano a vestirsi a festa, si respirava aria natalizia, lui adorava le feste e soprattutto il Natale, una sera si recò a Sassari insieme a Debora per comprare i regali di natale, avevo premura perché non riusciva a stare molto in piedi, non sapevo se Debora aveva capito quanto Paolo fosse peggiorato di salute in quel periodo, mi assicurò che se si fosse stancato sarebbe entrato in un bar per riposarsi, voleva andare a tutti i costi...

Tornò a casa stanchissimo ma contento di essere stato in giro nei negozi con la ragazza, anche se dovevano entrare spesso in qualche bar per potersi riposare, presero parecchi regali comunque.

Per la notte di fine anno decise di andare con gli amici e Debora in un ristorante nel paese, stava sempre a organizzare, lo vedevo allegro, quasi a voler cancellare la malattia dalla sua mente.

Eravamo già a fine Gennaio, Paolo non voleva più mangiare, lo vedevo sempre più affaticato, dimagriva a vista d'occhio, era arrivato a pesare 55 kg essendo alto 1'81... era molto esile e fragile malgrado tutto si sforzava di mangiare ma puntualmente vomitava tutto ciò che riusciva a mandar giù.

Era il giorno di San Valentino, la festa degli innamorati...

Erano giorni che ci pensavi, volevi portarla in giro come tutti i ragazzi, ma stavi male e non potevi,

pensavi che per il giorno ti saresti rimesso... e invece stavi ancora a letto malgrado i tuoi sforzi non avevi nessun miglioramento.

Eri molto deluso eppure decidesti di chiedere a tua zia di comprare dei fiori e farglieli consegnare,

ricordo ancora mi dicesti

Ma... lo sai mi ha detto:

Il mio bel principe non può venire e mi manda i fiori al castello...

mi scesero le lacrime...

Chissà se quei fiori lei...

ancora li conserva!

Paolo ad un certo punto rifiuta il cibo, non si alza più dal letto, respira a fatica e decidiamo di ricoverarlo nel reparto di pneumologia dell'ospedale di Sassari.

Il pneumotorace era peggiorato, il suo polmone era come un palloncino bucato, gli misero l'ossigeno, i suoi polmoni non volevano saperne di guarire.

Dopo vari giorni di ricovero d'accordo coi medici di Sassari contattammo ancora il Reparto oncologico di Milano, ci consigliarono di portarlo di nuovo su, ma Paolo non poteva affrontare un nuovo viaggio in aereo, allora si decise di accompagnarlo con un aereo dell'aeronautica militare assistito. l professor Pirina prese molto a cuore la situazione di Paolo, e con molta professionalità si interessò a far si ché Paolo fosse trasportato al più presto nel reparto di Milano.

Fummo accompagnati dalla zia Pietrina e dall'anestesista Peppinello.

Paolo era contento di andare a Milano, sperava che li lo avrebbero rimesso di nuovo in forma, sperava di riprendersi la sua vita, mi diceva:

Ma, vedrai che a Milano mi mettono subito apposto e in pochi giorni rientriamo subito a casa.

Voleva accompagnarlo anche Debora, io non avevo problemi a portarla con noi, ma poi all'ultimo momento decise di aspettarlo a casa, si pensava di rientrare al più presto e lei doveva frequentare la scuola.

La mattina l'ambulanza ci accompagnò all'aeroporto militare, il viaggio fu molto duro, anche se viaggiavano piano ogni scossone gli provocava dolore, era come un vaso fragilissimo che si poteva rompere da un momento all'altro. Arrivammo a Milano,

indimenticabile quel viaggio, lui mi guardava e mi diceva... ma devo riprendermi subito perché c'è la cresima il 1 Maggio e non posso mancare e poi devo andare al concerto di Vasco Rossi a Cagliari, non preoccuparti dicevo io, per quella data saremo a casa e starai bene.

Ma la notte stessa stette male, stavo impazzendo dalla disperazione, pensavo fosse arrivata la sua fine, ma i medici riuscirono ancora una volta a farlo riprendere.

Il giorno seguente gli fecero la risonanza, e quando la dottoressa mi chiamò per dirci l'esito, scesero le lacrime anche a lei, mi disse le parole che mai avrei voluto sentire,

signora per Paolo non c'è più niente da fare mi dispiace moltissimo.

Gli dissi che era tutto apposto e che presto saremo tornati a casa... già a casa!

Lui senza mai protestare si sottoponeva a tutti gli accertamenti, aveva dolori fortissimi,

neanche la morfina riusciva ad alleviare la sua sofferenza e malgrado ciò resisteva perché non voleva che gliela somministrassero, diceva lo confondeva e lui voleva rimanere lucido con la mente.

Stava sempre col cellulare fra le mani, io pensavo che mandasse messaggi come sempre, ma un giorno mi arrivò un messaggio di Debora che mi chiedeva come mai Paolo non le rispondeva, le mentii, non volevo sapesse che stava molto male, e le risposi che Paolo non poteva perché le terapie lo facevano dormire molto.

Dovevo riportare Paolo a casa, non me lo sarei mai perdonato se Paolo fosse morto fuori, ma c'era in mezzo la festa del 1 Maggio e fu un'impresa molto complicata poter attivare ancora una volta (sopratutto in agenzia) un trasporto assistito in un aereo di linea.

In reparto la caposala mi diede il suo appoggio, dal paese salirono ancora una volta l'anestesista e la zia per accompagnarci.

Paolo voleva tornare a casa a salutare amici e parenti prima del suo ultimo viaggio.

Non mi perdonerò mai di non aver informato Debora del nostro rientro a casa, lei ci pensava ancora a Milano.

Paolo non voleva farsi vedere da lei in quelle condizioni, ormai non riusciva più neanche a respirare senza l'ossigeno, eppure io non mi resi conto che stava andando via, o forse in cuor mio speravo ancora in un miracolo.

Continuavo a convincermi che non poteva lasciarmi, non era giusto anche se non sopportarlo di vederlo così sofferente, mi dicevo che forse la morte per lui sarebbe stata una liberazione.

Lui stava immobile nel letto, non riusciva più neanche a muoversi eppure sorrideva a tutti, non si lamentava mai.

Sorrideva e scherzava coi cugini e gli amici che erano venuti a trovarlo, e dopo un po' che erano andati via sorridendo chiuse per sempre gli occhi alla vita.

Quella vita che lo aveva fatto soffrire e sperare, quella vita che lo aveva ferito troppe volte, eppure non aveva mai cessato di sorridere sempre neanche nella sofferenza.

Quella notte io vivevo fuori della realtà, lo vedevo così sereno, il sorriso sulle labbra, gli occhi socchiusi come se stesse dormendo... il suo viso pallido, prendo la sua mano, è ancora calda quasi a volermi trasmettere il suo calore, il suo amore.

Io rimango impassibile, ma le lacrime scendono incontrollabili in silenzio, i miei occhi non si asciugheranno mai, il mio cuore avrà sempre la ferita aperta.

Quel messaggio tremendo...

Ti alzi dal letto,

ti prepari...

sei pronta per uscire

e pensi a lui lontano,

accendi il cellulare...

e quel messaggio tremendo

che ti danza davanti agli occhi,

lo leggi... lo rileggi,

ti manca l'aria,

pallida, barcolli...

e pensi a uno scherzo crudele,

neanche una lacrima dai tuoi occhi

neanche una parola dalla tua bocca

lui è andato via per sempre

e tu che avevi tante cose da dirgli

ora che farai?

Sola... rimani impassibile

e con lui

muori un po' anche tu.

E' una spina nel cuore, una ferita sempre aperta, che il tempo mai potrà rimarginare, e la gioia, la serenità, la felicità...è un lontano ricordo, io posso ancora ridere, posso ancora scherzare, posso apparire agli occhi della gente serena, ma il mio cuore soltanto sa che sanguinerà per sempre! E non ci sarà niente al mondo che potrà cambiare il destino di una madre che ha perso il proprio figlio! E credimi le feste per noi mamme con questo dolore sono come un pugno nello stomaco, e la fede molte di noi la perdono, mentre molte si avvicinano... io ho visto troppo dolore intorno a me, ho visto la sofferenza di mio figlio impotente, e mi dispiace dirlo per chi crede ancora in qualcuno...(Dio?) io non credo più!

Dov'eri?

Dov'eri quando ti cercavo

nelle mie strade affollate,

dov'eri

quando ti cercavo nel mio deserto,

dov'eri

quando ti cercavo in ogni sguardo

e in ogni sorriso,

dov'eri ...

dov'eri quando ero sola

e piangevo,

dov'eri

quando ero allegra e ridevo,

dov'eri quando

avevo bisogno di te,

dov'eri

quando bussavo alla tua porta,

dov'eri... dov'eri!!!

Neve a Ossi.

Stamattina mi sono svegliata, Ossi era tutta imbiancata, immacolata... ho gioito a metà.

I miei piedi hanno calpestato la neve soffice come piuma, e come sempre ogni cosa mi riporta indietro...

E ricordo quel mattino di fine Gennaio del 2005, quando ti alzasti dal letto e i tuoi occhi videro dalla finestra

quella neve candida, un sorriso affiorò alle tue labbra.

Hai indossato un pesante giubbotto, la sciarpa e i guanti e malgrado facevi fatica a camminare sei voluto uscire,

volevi calpestare quella neve candida e soffice, e appoggiato ad una macchina guardavi gli altri che giocavano a palle di neve... forse avresti voluto esserci anche tu in mezzo a loro, ma non potevi... era troppo per te, a malapena ti reggevi in piedi... e piano ti sei incamminato seguendo gli altri, volevi anche tu fare un giro... ma quanta fatica!!!

Io ti guardavo dalla finestra, mi faceva male il cuore ma ti sorridevo come sempre, di nascosto ti feci anche una foto...

Fu l'ultima neve per te...

Ma quel ricordo è fermo nella mia memoria come fosse oggi...

Fermati un momento... siediti e chiudi gli occhi, il vento leggero ti sfiora la pelle, ti scompiglia i capelli, è la mia carezza... ascolta in silenzio, senti? Il vento fruscia, è la mia voce che ti parla, che ti dice che non sei sola, lasciati trasportare, lasciati cullare dolcemente come un fuscello, abbandona i tuoi pensieri per un istante, apri la porta alla vita, vivi... è questo che io voglio.


Paola Pittalis 23/10/2013 18:19 4 1313

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.

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Nota dell'autore:
«Questa è la mia storia che mai avrei voluto scrivere... mio figlio che vive nel mio cuore...
sempre per sempre
»

Commenti sul racconto Commenti sul racconto:

«Ho riletto con molta attenzione ogni passaggio di questa voragine di sofferenza, ed ho pianto di lacrime indelebili, che non si possono asciugare.
Il tempo scorre sembra tutto come prima, no non può essere tutto come prima.
Ora conosco te Paola, la tua sofferenza e conosco anche tuo figlio e lo incontro con la forza che il pensiero ha di annullare il tempo e lo spazio. Lo incontro come un amico paterno, gli do una pacca su una spalla e gli dico sai ho letto di te " sei proprio un grande guerriero" Lui mi sorride senza dir nulla. Credo sia consapevole della propria forza. Coraggio sig. ra Paola lei con i suoi scritti ci fa vedere suo figlio come è nella realtà (la realtà del cuore che abbatte i limiti dell'occhio umano) più vivo che mai .»
Rosafio Giancarlo

«piango, ora... piango lacrime di madre... come te... piango pensando alle mie bimbe che dormono di là e non sanno quanto difficile può essere la vita di una madre... piango perché penso che affrontare con tanto dolore nel cuore il quotidiano vivere, sia un continuo attendere la fine... piango perché sento sulla pelle il tuo dolore e la tua solitudine... se metterlo nero su bianco ti aiuta anche solo in parte ad affrontare l'immodificabile vita che ti è stata destinata, fallo, fallo ancora, fallo sempre... ma non credere mai di esser sola, mai... ricorda che in ogni alito di vento, lui è con te... in ogni fruscio di foglie, lui ti parla... in ogni onda del mare che ti lambisce, lui ti accarezza... ti abbraccio fortissimo, Paola...»
adriana sini

«Anche io ho letto questa tua storia e mi sono trovata a piangere. Il dolore di perdere un figlio per una madre è un dolore insopportabile e ancora di più è vederlo soffrire. Devi continuare ad essere forte, perché lui adesso finalmente è felice, libero dai pensieri e da qualsiasi sofferenza e tu lo senti vicino più che mai»
Mirella Santoniccolo Mairim14

«Ho letto questa storia con dentro un dolore forte.
L'Amore di madre non ha uguali e incaccellabile segue i suoi figli sempre ed ovunque.
Anche in cielo.
Forse sopratutto in cielo.
Oggi che lui è lì, ogni volta che il vento ti sfiora i capelli, tu madre sai che è vento d'Amore quel soffio leggero.»
Bruno Leopardi

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Leggo spesso i tuoi scritti, ti ammiro...questo (daniela dessì)

racconto autobiografico mia ha turbata, non (daniela dessì)

non oso immaginare quanto dolore e sofferenza (daniela dessì)

possa causare la perdita di un figlio...un saluto (daniela dessì)

ho pianto con te .! (emiliapoesie39)



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Racconti

Amore
Un'altra occasione
Ti scrivo una lettera che mai spedirò
Biografie e Diari
Cerco ancora risposte
L’ultima neve
Conflitti
Fuori dalle righe
Ti ho vista
Non ricordo il tuo nome e neanche il tuo viso ma, ti scrivo
Lettera ad un angelo
6 Maggio (se il cielo non si fosse capovolto)
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Antonella
Io e mio figlio gioia e dolore( fine)
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Il dubbio
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La coccinella Lulù e la farfalla Mariù

Poesie

Amicizia
Anima senza più dimora
Amore
Eppure mi sei dentro
Assenza
Dentro ad un pensiero
A un passo da te
Ancora noi
Forse non sai
Fuori dalla tua Orbita
Scucita
Celato desiderio
Abbracciami forte anche solo la prima ed ultima volta
Ogni volta
Voltati
Dentro al mio respiro
Niente è come sembra
Neoplasia d’amore
E poi ritorni
Inciampo
Lievito piano
Fisso la tua immagine
Fratture
Come fossili
Trasparenze
Tua
Sono stanche queste braccia
Fra te e me
Distanze
Son qui
Ti lascerò volare
Abiterò il tuo sogno
Amore puro
Anime
Sapremo un giorno
Raggiungimi
Correnti impreviste
Cuori nel vento
Guardando una tua foto
Dall'altra parte
Siamo
Umile serva
Sulla battigia
Pensiero gitano
Ti ritrovo lì
Come una mendicante
Del mio tempo
Pensami
Questo amore
Ti cerco
Forse
Ama ragazzo
Le sfumature degli addii
Di te rimane
La tua presenza
Ho visto
Perduti
Sentirai di me
Eco
Ossessione
Gelo
Taci
Ultimo atto
Nel mio sogno
Ascoltami
Non cercarmi
Portami al mare in inverno
Briciole
Lo dirò al mare
Dalla tua bocca
Voglio mancarti
Un'altra luna
Alza il tuo sguardo
Avrò tempo ancora
Delicato amore
Ti aspetto
Amore fuori tempo
Se un giorno
Ti amerò col vento
In bilico
Un amore lontano
Come un mare in burrasca
Ho dormito con te stanotte
Ceneri
Brevi
Tutto si ferma
Immobile
Soli
Nell'incrocio di sguardi
E poi il nulla
Intermittenza di vedute
Zone d'ombra
Ghiaccio e sale
Ai confini
Appagata è la coscienza
Come una clandestina
E sei
Non è
Dialettali
Non nos abasciamus
Fritta comente sa morte
Cando su dolore
In die de Nadale
Ninna nanna
Donne
Dormiva la bimba
Quel freddo Gennaio
Mea culpa
Amore malato
Non ci pieghiamo
Scarpette rosse
Le stesse mani la stessa bocca
Erotismo
Unione perfetta
La tua bocca
Famiglia
Ricordi sbiaditi
Libero
Latte e borotalco
Le tue rughe
Prima di dormire
Festivita'
Rintocchi di morte
Luci di Natale
Haiku
Haiku
Haiku 14
Haiku 11
Haiku11
Haiku 10
Haiku 9
Haiku8
Haiku 7
Haiku7
Senza titolo
Haiku5
Haiku4
Haiku 2
Haiku
Impressioni
Bagliori di madreperla
Nebbia
Pressing
Spenti occhi
La visuale non cambia
Senza colpa il peccato
Dipinto su tela
E poi
Era amore
Risveglio (la morte ti dorme accanto)
Pioggia liberatrice
Introspezione
Dammi il tuo dolore
Piegata
Nuda
Dissonanze
Amputata
Margherite e papaveri
Umida di pianto
Ho un dolore composto
Sfiancata
Muri di pietra
A piccoli passi
Tutto si capovolge
Sei parte di me
Ti penso
La mia poesia
Ci sono giorni
Ho provato a guardare dentro ai tuoi occhi
Ma io non ho paura
Che mi resta
Come corvi
Sbatte forte il vento dei ricordi
Ti ritorna
Respiri
Rimane lì
Aspettami
Terra arida
Che dirai
Mentre scrivo
Fino all'ultimo respiro
Presenze
Credevi d'impazzire
In punta di piedi
Pensieri
Malinconici pensieri
Io sarò là
Morte
Apnea d'un dolore
Calle e girasoli
Tu non dire
The end
La città della speranza
Natura
Anno nuovo
La ragnatela
Tramonto sul mare
Magia di primavera
Ribellione
Straniera
Riflessioni
Ladro di sogni il destino
Nei tuoi occhi il vuoto
Se un giorno
Squarci
E' l'attesa
Senza radici
Rimani
Se di te non si riempie più lo sguardo
Ho abbracciato il tuo dolore
Ti chiedo scusa
Lo stesso vestito
Inferno
Alti e bassi
Non conti più
Che rimane
Distratta
Nel buio della notte
Caro il mio dolore
Quando tutto tace
Ancora e ancora
La madre
Il cappellino blu
Niente
In un giorno qualunque
Dove vanno a morire
Il dolore non fa rumore
Ancora si muore
Rinascerò
Sangue sull'asfalto
Tu lacrima
Sola
Buio
Chiusa nel tuo mondo
Sociale
Eremiti
Sopravvissuti
Che colpe hai tu bimbo
Castigata
Le urla degl'innocenti
Spirituali
Un senso di pace
Vacanze
Inseguo ancora le tue orme


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